lunedì 13 settembre 2010

Investire in un Paese di cui nessuno parla



Sei andato in banca di recente per chiedere consigli su come investire una somma di denaro? Se lo hai fatto non so dirti che cosa ti abbiano suggerito gli esperti, ma sono in grado di dirti che cosa di certo non ti hanno suggerito.

Si tratta di un investimento poco di moda, che non è semplice convincerti a sottoscrivere, eppure ha una sua grande utilità per te, all'interno del portafoglio azionario.

Io mi sono messo a fare qualche calcolo che ora voglio mostrarti affinché tu consideri questo investimento all'interno del tuo portafoglio di azioni se ne possiedi.
Probabilmente ti starai chiedendo di che cosa stia parlando così alziamo subito il sipario: l'investimento in questione sono le azioni Giapponesi.

L'amico Roberto di educazione finanziaria scriveva qualche mese fa:

Sinceramente, in questo momento non trovo un altro investimento di cui si parli meno rispetto al Giappone.

Da un punto di vista fondamentale, la sottovalutazione è evidente, con i titoli della Borsa che trattano mediamente ad 1,4 volte il book value.

In termini di risultati, lo scorso anno l’indice giapponese Nikkei225 raggiunse il minimo, ad un livello inferiore al picco dell’89 dell’80%.Ancora oggi, nonostante l’ottimo rally, l’indice giapponese è ancora sotto del 70% rispetto al suo picco storico di fine anni ‘90.

Tre elementi interessanti sul Giappone:

1 – Il nuovo governo giapponese è intenzionato a ridurre la burocrazia, favorire le piccole e medie imprese e rilanciare la crescita economica. Anche negli anni ‘80, in America, il nuovo Bull Market fu favorito da una nuova amministrazione, vedremo se sarà la stessa cosa per il Giappone.

2 – Gli investitori istituzionali hanno per lungo tempo ignorato il Giappone, date anche le scarse performance. Generalmente i “Tori” partono con pochi volumi e quindi, anche nel caso giapponese, potrebbe iniziare senza la larga partecipazione degli istituzionali. Ma se si verificherà nei prossimi mesi ed anni un’extra-performance rispetto agli altri mercati, gli istituzionali arriveranno, fornendo ulteriore liquidità al mercato.

3 – I cittadini giapponesi da tempo sono fuori dal loro mercato domestico, visti i migliori risultati ottenibili sui listini esteri e, tendenzialmente, sono carichi di bond. Anche qui, se l’indice domestico dovesse ripartire, molti tornerebbero ad investire in casa, fornendo ulteriori risorse al rialzo.”


Io aggiungo un'altra considerazione. Il mercato azionario giapponese presenta una bassa correlazione con gli altri mercati 'sviluppati'.

Ho fatto uno studio approfondito utilizzando gli ETF per il periodo 8 marzo 2006 – 18 gennaio 2010 ed ho ottenuto la seguente matrice che riporta i coefficienti di correlazione tra gli ETF che replicano l'andamento dei principali mercati azionari mondiali. I dati sono espressi tutti in euro e sono stati scaricati da yahoo finanza.

Ecco la matrice: (fai clic per ingrandire)



Come vedi tutti i principali mercati presentano delle correlazioni positive, ossia si muovono grosso modo nella stessa diversificazione. Ciò significa che i benefici della diversificazione sono meno forti che in passato.

Eppure ogni volta in cui la correlazione è minore di uno, essa non è perfetta così in effetti diversificare produce comunque una riduzione del rischio.

Ora il Giappone presenta una correlazione relativamente bassa con tutti i principali altri mercati, inclusi gli emergenti.
Perché ti domando io?

Non cercare la risposta in chissà quale elucubrazioni mentali. Il motivo è davvero facile.
L'andamento della borsa nipponica è stato asincrono rispetto alle altre. Scendeva meno o addirittura saliva mentre le altre scendevano e viceversa. E durante gli ultimi anni l'ETF che ho analizzato (quello sull'MSCI Japan) ha regolarmente pagato dei dividendi per cui i tuoi soldi hanno anche prodotto una rendita oltre a garantirti una maggiore stabilità del tuo portafoglio.

“E' ancora ora di investire sul Giappone” ti starai domandando. Purtroppo non posso darti un consiglio personalizzato senza un'analisi approfondita della tua situazione personale, familiare ed economica.

Ti dico però che è opportuno che tu consideri questo investimento all'interno della tua strategia di investimento nei mercati azionari.
Le correlazioni cambiano ma il messaggio resta: il Giappone ti permette di ridurre il rischio complessivo del tuo portafoglio, dove per rischio intendo la deviazione standard dei rendimenti. Io ho impiegato un bel po' di tempo per fare le analisi che ti ho mostrato e per darti delle motivazioni di supporto alle mie affermazioni.

La tua banca come si comporta? Di norma ti propone investimenti che siano andati particolarmente bene nel recente passato.
E' più facile convincerti, in modo subliminale, che quei risultati proseguiranno in futuro ed inoltre facendo leva sulla nostra avidità (non ti offendere, vale anche per me), l'intermediario si assicura un redditizio contratto in un tempo minimo.

Alla fin fine la banca incassa comunque le commissioni e se tu sei esposto a rischi eccessivi, è un problema tuo no?

Dedicato alla tua prosperità

Giacomo

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