mercoledì 24 febbraio 2010

La primavera offerta bancaria è arrivata

Hai avuto la mia stessa sensazione uscendo di casa?

L'aria è ancora fresca, ma il rigido e nevoso inverno sembra essere alle spalle. L'atmosfera è profumata, la natura pare dia timidi segnali di risveglio ed il sole è più caldo di qualche settimana fa.

Anche nel desolante prato bancario invernale sta spuntando timido un fiore. Sono molto scettico su molti dei prodotti provenienti dal mondo delle banche. In futuro smascheremo i costi nascosti in molti di essi.

Ora però voglio spezzare una lancia in favore di un'interessante offerta.
“Date a Cesare quel che è di Cesare” disse Gesù.

Si tratta di un pronti contro termine offerto da Finanza e Futuro Banca, del gruppo Deutsche Bank.
La durata è di due o tre anni, seconda dell'emissione, ed i tassi sono questi:






L'offerta è riservata ai nuovi clienti e prevede l'apertura di un conto gratuito presso la Deutsche Bank con il pagamento dei soli bolli (8,55 euro a trimestre per il conto più 8,55 euro per il deposito titoli). Gli interessi saranno accreditati ogni sei mesi.

Se hai almeno 30.000 euro da investire, il pronti/termine di due anni avrà un rendimento netto composto del 1,34%. Se invece investi 20.000 euro il tasso scende all'1,23% a causa dell'incidenza dei bolli (136,8 euro totali pari a 8,55 * 4*2*2).

Ti dettaglio i calcoli relativi ai 30.000 lasciandoti “fare di conto” per gli altri importi.

Interessi netti totali = 945 – bolli 136,8 = 808,20.
Il montante sarà 30.808,20 da cui



che corrisponde al 1,34% netto

Se decidi di sottoscrivere il pronti contro termine ricorda che Finanza e Futuro è una rete di promotori finanziari. Cercheranno di attirarti con quest'offerta per poi convincerti a sottoscrivere fondi e polizze, come al solito.

Tu sii inamovibile. Aderisci al pronti contro termine ed alla scadenza chiudi il conto riprendendoti i tuoi soldi.
Per sapere dove andare consulta il sito www.finanzaefuturo.it.

Buon investimento

P.S. Se hai bisogno di ulteriori calcoli, scrivimi: bancariopentito@gmail.com.

Ti risponderò a breve

lunedì 22 febbraio 2010

La (mal)educazione finanziaria

Gianluca è un brillante laureato in legge.

Il suo sogno è diventare avvocato civilista per occuparsi in particolare del diritto di famiglia e proseguire così la carriera del padre, anch'egli brillante avvocato.

A dispetto dell'ottima votazione di laurea e della brillante preparazione, Gianluca ha dovuto affrontare l'esame di stato per ben tre volte consecutive.
La commissione è formata da avvocati, per lo più affermati, così non vede di buon occhio che entrino nuovi concorrenti.

Le barriere all'ingresso sono quasi insormontabili.
Gianluca alla fine ce l'ha fatta ma tu, caro risparmiatore, spesso ti trovi dinanzi una barriera insuperabile, del tutto simile a quella dell'aspirante avvocato.

Ti spiego il concetto con riferimento ad una notizia.

Su La stampa di sabato 20 febbraio è comparso un articolo che informava circa la nomina di Domenico Siniscalco presidente di Assogestioni.
Un docente di economia, attivo presso l'ateneo torinese, è diventato il capo del sindacato delle società che gestiscono fondi di investimento.
Può secondo te un professore universitario che riveste una carica simile diffondere la sana cultura finanziaria? Evidentemente no.

Ora ti è chiaro il paragone con l'esame da avvocato. Se le scuole e le università, titolari del sapere, sono in collusione con il sistema bancario e finanziario, nemmeno loro saranno in grado di erogare una vera cultura finanziaria.

Ricordi i promessi sposi? Renzo si era rivolto ad Azzeccagarbugli affinché difendesse i suoi interessi, mentre questi era amico proprio della persona contro cui si sarebbe dovuto schierare, don Rodrigo.

L'interessante blog www.banknoise.com si è occupato della questione in un articolo del 16 febbraio.

Se nemmeno la scuola può aiutare i cittadini a diventare finanziariamente più preparati, quali soluzioni ci sono a questo delicato problema?

Per fortuna ci sono alcune fonti di informazione indipendenti, fuori dal coro, che cercano di aiutare le persone a diventare investitori più consapevoli.

Nel mare di internet noi siamo una di queste.

Tu continua a seguirmi....

Saver

venerdì 19 febbraio 2010

La negoziazione del mattone

Ti ricordi dei fondi immobiliari?

Ne abbiamo parlato due articoli fa. In quella sede abbiamo conosciuto più da vicino questo interessante strumento di investimento.

Ora analizzeremo il funzionamento del mercato in cui le quote rappresentative dei fondi sono scambiate, per poi elaborare un criterio di scelta tra le tante proposte che ci sono.
Se credi che i fondi immobiliari siano una valida alternativa di investimento all'interno del tuo “portafoglio del pescatore”, ti prego di continuare a leggere...

Il regolamento dei mercati di Borsa Italia prevede che le quote di fondi chiusi (e quindi anche di fondi immobiliari) siano negoziati nel mercato telematico degli investment veichles (miv) con i seguenti orari:

ore 8.00 – 11.00 asta di apertura
ore 11.00 – 16.30 asta di chiusura

Il meccanismo dell'asta prevede le seguenti modalità:

1.inserimento di tutti gli ordini in acquisto/vendita
2.determinazione, alla fine della fase di asta, di un unico prezzo uguale per tutti.
La conseguenza è che ogni giorno ci saranno solamente due prezzi per ogni fondo immobiliare: uno al mattino applicato per gli ordini inseriti entro le undici ed uno al pomeriggio per quelli inseriti dalle undici in poi.

Il motivo per il quale si è fatta questa scelta è semplice. Dal momento che gli scambi sono pochi si vuole evitare che i prezzi subiscano oscillazioni troppo “pesanti” tra un contratto e l'altro.

La cosa interessante per te, caro Lettore, è che il prezzo di borsa al quale puoi comprare o vendere un fondo è solitamente molto diverso dal valore patrimoniale del fondo stesso.
Ecco allora che è possibile andare a cercare quei fondi il cui “sconto” rispetto al nav è molto elevato.

Il sito www.norisk.it offre una tabella comparativa che è pubblicata anche sul supplemento plus del sole 24 ore del sabato che riepiloga sia i nav dei singoli fondi immobiliari, sia lo sconto rispetto alla loro quotazione di un dato giorno.

In base ai dati del 15 febbraio CAAMRE Italia, CAAM RE Europa, Vegagest Europa immobiliare, Fimit fondo delta ed Investire immobiliare obelisco presentano degli sconti di oltre il 50% rispetto al nav.

Ciò significa che se anche le stime dei periti fossero eccessivamente “gonfie” (e io credo sinceramente che lo siano, almeno un po') e se il mercato immobiliare perdesse ancora, avrai comunque un notevole margine di protezione. Il rapporto tra il valore degli immobili (teorico) ed il prezzo pagato per gli stessi è infatti di 2 a 1. Inoltre il rapporto tra il dividendo pagato da molti dei fondi quotati ed il loro prezzo è particolarmente elevato. Norisk chiama questo indicatore “rendimento immediato”.

Tra un fondo con un alta resa immediata ed uno con un notevole “sconto” io preferisco il secondo perché mi offre più sicurezza, sempre a patto di tenerlo fino alla sua naturale scadenza.
In un contesto di tassi bassissimi e di grande incertezza, fai un pensierino sui fondi immobiliari.

Aggiungerai un po' di rendimento al tuo portafoglio con un rischio molto più basso di quello che correresti sottoscrivendo obbligazioni e polizze con la tua banca.

Non a caso se andrai allo sportello per inserire un ordine su un fondo immobiliare, l'addetto cercherà di dissuaderti per convincerti a sottoscrivere un prodotto “migliore”. Ovviamente dal punto di vista della banca, mica del tuo...

Buon investimento

giovedì 11 febbraio 2010

Con i fondi l'incertezza è l'unica certezza...

La notizia dell'insolvenza della Grecia ha fatto il giro del globo. Ormai, nell'era di internet, è quasi una cosa ovvia: una notizia circola da un continente all'altro con la stessa velocità con cui una volta circolava all'interno dello stesso villaggio.

Mentre le autorità monetarie cercano una via di uscita dalla crisi, io mi pongo un'altra domanda. Probabilmente è la stessa che ti poni anche tu.

Chi ha sottoscritto i titoli di Stato Greci?

Non io, starai pensando, giustamente. Ma il mio compito è quello di aiutarti ad andare un po' più in profondità.

Ti dico con certezza che molte banche hanno comprato, tempo fa, titoli greci. Lo stesso hanno fatto i fondi di investimento. Ora alcuni di questi ne hanno in portafoglio un nutrito ammontare con il risultato che tu, caro Amico, ti trovi a perdere anche su fondi che magari investono su titoli di stato dell'area euro a breve termine.

Esattamente quelli che ti sono stati venduti perché privi di rischio. Le principali “case” di investimento non hanno ancora fornito smentite ufficiali, segno evidente che i titoli della mediterranea Grecia sono ben presenti all'interno dei portafogli.

Io so per certo che una piccola “boutique” di fondi ne è zeppa. Non posso dirti il nome, poiché la notizia mi è arrivata in modo confidenziale, ma quello che ti dico è importante per te.

Verifica subito il tuo portafoglio di investimenti e se hai una gestione patrimoniale in titoli, chiama immediatamente la banca e chiedi il dettaglio dei titoli che il gestore ha acquistato per te.

Se possiedi quote di fondi comuni che investono in titoli di stato euro, fondi di liquidità o fondi monetari, verifica subito l'andamento degli stessi su www.morningstar.it.
Se noti comportamenti anomali (ad esempio perdite su fondi che investono in titoli con scadenze ravvicinate dell'eurozona) affrettati a chiedere lumi in banca e ad uscire da questi prodotti.

I fondi “monetari” come comunemente sono chiamati sono già di per se stessi inefficienti a causa dei pesanti costi che gravano sui medesimi.

La trasparenza nulla di questi strumenti (se la tua banca ti dice con esattezza se i tuoi fondi detengono titoli greci ed in che misura dimmelo, ti offrirò da bere), è un'ottima ragione per starne definitivamente alla larga...

Buon investimento

mercoledì 10 febbraio 2010

Il mattone, che passione...

Caro Lettore,
nell'articolo precedente abbiamo visto come sia possibile investire il proprio patrimonio suddividendolo tra tipologie di impieghi diversi per poi “lasciarlo lavorare” senza più doverlo seguire passo passo.
Può sembrare una strategia pigra, ma è molto utile per chi desidera dedicarsi ad altre occupazioni più interessanti rispetto all'arida finanza.

In questo articolo, invece, spiegherò il funzionamento dei fondi immobiliari, mentre nel prossimo vedremo alcune linee guida nella scelta del fondo da inserire, appunto, nel portafoglio esaminato la scorsa volta.

Ti piacerebbe conoscere i vantaggi che otterrai scegliendo in modo consapevole un veicolo di investimento nel “mattone”?

Continua a leggere: stai per trovare tutte le informazioni che ti servono...

Gli immobili sono da sempre la passione per gli italiani, per il fatto che sono beni che il proprietario può toccare con mano, vedere ed ammirare, così che essi evocano immediatamente l'idea della solidità.
Investire direttamente nel settore però è complicato: ci sono costi di ingresso elevati, le spese di gestione, le tasse, e così via.

Immagina se potessi impiegare una parte dei tuoi risparmi nel “mattone” senza avere al contempo alcuna preoccupazione. Pensa se potessi acquistare una quota di un bene immobile come se comprassi un'azione. Potresti dedicarti ad altro senza doverti accollare tutti gli oneri di cui abbiamo parlato prima. Bello vero?

Dal 1998 è possibile investire i propri soldi negli immobili anche attraverso dei fondi comuni il cui patrimonio è costituito proprio da case, negozi ed uffici. Lo svantaggio è che si paga una commissione di gestione, che remunera la società che li gestisce, ma il vantaggio è di poter partecipare ad operazioni immobiliari con capitali molto ridotti nell'ordine di quattro o cinquemila euro, per capirci.

C'è una differenza fondamentale tra un fondo comune “tradizionale” ed un fondo immobiliare: i primi sono aperti, i secondi sono chiusi. Ora ti dico qual è la differenza per te. Quando un fondo è aperto il risparmiatore che desideri partecipare al fondo versa il suo denaro alla società che gestisce lo stesso ed ottiene in cambio delle quote. In particolare si suddivide l'importo da investire, al netto dell'eventuale commissione in entrata per il valore netto pro quota del fondo (nav dall'inglese net asset value) e così si ottengono le quote di proprietà del risparmiatore.
Se il valore netto pro quota del fondo è ad esempio di 5 euro e il nostro investimento ammonta a 10.000 euro le nostre quote saranno: 10.000/5 = 2.000 nell'ipotesi che non vi siano commissioni di ingresso.

Al momento del disinvestimento accade il contrario: il risparmiatore chiede il rimborso alla società di gestione che ritira le quote, le annulla, e paga al titolare il relativo controvalore, calcolato sempre sulla base del valore pro quota del fondo stesso.
Ecco spiegato il motivo dell'aggettivo “aperto”: i soldi dei risparmiatori entrano ed escono dal fondo che viene così ad avere un capitale variabile a seconda degli importi in ingresso ed in uscita.

Ricapitolando, le caratteristiche dei fondi tradizionali sono due:
a) capitale variabile
b) sottoscrizioni di nuove quote e rimborso di quelle possedute fatte sempre in contropartita con la società che ne emette di nuove nel primo caso o ritira quelle vecchie nel secondo.

I fondi chiusi invece funzionano in modo opposto: essi raccolgono i capitali solo nella fase della sottoscrizione, quando emettono le quote in modo del tutto simile a quelli aperti.
A differenza di questi ultimi, però, i primi terminato il periodo di sottoscrizione, chiudono le porte così non emettono più quote né rimborsano quelle vecchie sino alla scadenza del fondo stesso.
Per consentire gli “ingressi” e le “uscite” in momenti successivi i fondi chiusi vengono quotati in borsa.

Ti ho rivelato un aspetto molto importante. A differenza dei fondi aperti nei quali il risparmiatore investe pagando il nav e disinveste ottenendo ottenendo il medesimo, nei fondi chiusi gli acquisti e le vendite avvengono in borsa sulla base dei prezzi di mercato. Chi invece entra nel fondo al momento della sottoscrizione ed esce quando il fondo è liquidato alla scadenza opera in contropartita con il nav.

Ricapitoliamo ancora una volta:

i fondi chiusi raccolgono denaro durante la fase della sottoscrizione ed emettono delle quote in modo analogo ai fondi aperti
i fondi chiusi hanno una scadenza definita alla quale liquideranno il proprio patrimonio sulla base del valore netto del fondo nav
durante il periodo intermedio è possibile entrare ed uscire dal fondo comprando quote già emesse o rivendendo le proprie sul mercato di borsa.

Per qualche arcano motivo accade che i fondi negoziati in borsa vengano scambiati a valori inferiori, e a volte di molto, rispetto i corrispondenti nav.

Il risparmiatore avveduto quindi non sottoscriverà i fondi immobiliari al momento dell'emissione. Comprerà le quote “a sconto” in borsa in un momento successivo per poi riprendersi il nav al momento della scadenza del fondo.

Sì perché anche i fondi chiusi hanno un nav che deve essere determinato sulla base di una relazione eseguita da appositi periti immobiliari almeno una volta all'anno. Se compri le quote di un fondo immobiliare a “sconto” riduci sensibilmente il rischio di perdita, poiché anche se il valore di stima dell'attivo è sopravvalutato, disponi comunque di un margine di sicurezza che ti protegge.

In questo articolo, particolarmente denso di concetti abbiamo esaminato:
le differenze tra i fondi aperti ed i fondi chiusi
il funzionamento dei fondi immobiliari
il motivo per il quale è opportuno non sottoscrivere quote di fondi in emissione ma comprarli a sconto sul mercato in un momento successivo al collocamento. Così facendo inoltre non si pagano le commissioni di ingresso previste per le sottoscrizioni ma le normali commissioni di negoziazione previste per le azioni. Otterrai un bel risparmio, perché oggi comprare o vendere un'azione costa al massimo lo 0,70% mentre sottoscrivere un fondo di norma costa il 3% o più.

Buon investimento