mercoledì 7 aprile 2010

La difesa dell'avaro - seconda parte

L'amico Light Quantum aveva scritto per noi un articolo, molto interessante, che ci spiegava in modo semplice il funzionamento della Scuola Economica Austriaca.
Ora pubblico il secondo pezzo, ringraziando ancora l'Amico per la sua gradita collaborazione.

Nel post precedente abbiamo visto come “il paradosso del risparmio” porti ad affermare che in un’economia più vi è risparmio e meno si spende per i consumi, meno saranno i guadagni e i posti di lavoro disponibili.

Ciò dimostrerebbe come il risparmio possa risultare deleterio per l’economia e possa quindi causare recessioni economiche.

Come dicevamo, tale ragionamento ispirato dalla dottrina Keynesiana, seppur plausibile, trascura un fatto fondamentale: non viene preso in considerazione il fatto che i prezzi cambiano. Prima che un venditore al dettaglio inizi a licenziare e ridurre gli ordini ai fornitori, di solito egli cercherà di abbassare i prezzi. Questo sarà sufficiente per porre fine al circolo vizioso di disoccupazione e depressione di cui sopra. Come? Ve lo spiego subito.

Trattenendo denaro fuori dai consumi o dagli investimenti, l’avaro accantonatore provoca una diminuzione della quantità di denaro disponibile. La quantità di beni e servizi disponibili però è rimasta la stessa, per cui i prezzi scendono. Meno sono i soldi disponibili infatti, più alto è il loro potere d’acquisto, ferme restando le altre variabili.

Non ci sono controindicazioni all’abbassamento dei prezzi, anzi! Grazie all’avaro che non spende, gli altri individui possono beneficiare di beni e servizi che costano meno. I prezzi più bassi non potranno quindi provocare depressioni (al contrario cercare di controllare o fissare i prezzi porterà a gravi problemi per l’economia): gli affari continueranno con successo come prima, solo ad un livello di prezzi inferiore. La causa delle recessioni è quindi da cercare altrove.

Per finire, spostiamo il ragionamento dall’economia (teoria logica oggettiva – profitti/perdite) alla morale (teoria etica soggettiva – giusto/sbagliato), due campi ben distinti e che può essere pericoloso confondere. Ci si chiede: non è del tutto sterile lasciare del denaro accantonato sotto al materasso dove non produce interessi? Sì certo.

Ma allora può forse essere ritenuto sterile il denaro conservato nei portafogli solo perché non produce interessi? Se qualcuno si astiene dal guadagnare interessi sul proprio denaro e preferisce tenerlo in contanti quel denaro potrà essere inutile dal nostro punto di vista, ma evidentemente non lo è dal suo. L’avaro potrebbe tenersi il denaro non per spese o investimenti futuri, ma piuttosto per la pura gioia di conservare denaro contante (stile zio Paperone).

Come può l’economista definire sterile la gioia? Chi colleziona e accantona opere d’arte non è certo descritta come persona dedita ad attività sterili. I gusti cambiano da persona a persona e ciò che è sterile per uno può non esserlo per un altro.

Lungi dall’essere nocivo alla società l’avaro è quindi un benefattore!


Liberamente ispirato al libro di Walter Block “Defending the Undefendable” NY, 1976.

1 commento:

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